La riabilitazione è in un videogame. Programmi personalizzati, da eseguire a casa
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La riabilitazione è in un videogame. Programmi personalizzati, da eseguire a casa nicla panciera Al via il progetto guidato dalla Fondazione Irccs Maugeri con l’Universtià di Pavia: una
piattaforma che sfrutta anche l’Ia 14 Luglio 2020 Aggiornato alle 08:08 2 minuti di lettura Sembra un gioco, ma non lo è. Può essere più preciso del migliore occhio clinico e fare un'esatta
valutazione del movimento eseguito e quindi dell'efficacia del trattamento, per di più svolto a domicilio. E' la frontiera della riabilitazione neuromotoria. Si serve delle nuove tecnologie
per guidare l'individuo a riprendere possesso di sé, con il monitoraggio dei parametri rilevanti pre- e post-trattamento, e il feedback in tempo reale dei movimenti. Si serve degli
«exergame», giochi elettronici studiati per far svolgere al paziente movimenti precisi, interagendo con un monitor e dispositivi indossabili, come sensori e accelerometri, e altri
d'ambiente, come telecamere e rilevatori di posizione, rendendo l'esercizio divertente. «Dopo un ricovero di medicina riabilitativa sappiamo che per molte patologie, ancora oggi, si
registrano percentuali elevate di mancata aderenza alle cure farmacologiche, figuriamoci l'esercizio fisico», spiega Antonio Nardone, ordinario di medicina fisica e riabilitativa
all'Università di Pavia e primario all'Irccs Maugeri di Pavia e «principal investigator» di «RE-Hub-ILITY»: è l'acronimo per «Rehabilitative pErsonalized Home System and vIrtuaL coaching for
chronIc Treatment in elderlY», un progetto di ricerca clinica e di trasferimento tecnologico dedicato alla realizzazione di una piattaforma intelligente di supporto alla riabilitazione
domiciliare di precisione. Lo studio multidisciplinare è guidato dalla Fondazione Irccs Maugeri di Pavia, con l'ateneo pavese come subcontractor per alcune attività tecnologiche e con la
partecipazione del dipartimento di ingegneria della Federico II di Napoli e alcune aziende della Lombardia: è stato finanziato dalla Lombardia con 3,8 milioni, nell'ambito dei fondi europei
per lo sviluppo regionale. Il progetto durerà fino al 30 maggio 2022. La riabilitazione neuromotoria serve per chi è stato colpito da patologie neurologiche, con ictus, Parkinson, sclerosi
multipla, polineuropatie, ma anche per chi soffre di malattie croniche e ha bisogno di esercizi mirati. Dice Nardone: «Inizieremo sperimentando la piattaforma con una trentina di pazienti,
accomunati dall'aver disturbi dell'equilibrio e perdita di forza». Si tratta di una sperimentazione clinica incrementale, un paradigma adottato quando la tecnologia è in evoluzione, come in
questo caso: «Creiamo degli scenari verosimili e, con il coinvolgimento dei pazienti, sulla base delle loro esigenze, arriviamo allo sviluppo della miglior piattaforma possibile», spiega
Riccardo Bellazzi, direttore del Laboratorio di informatica e sistemica per la ricerca clinica della Maugeri e ordinario di bio-ingegneria nell'ateneo pavese. L'hi-tech consente innovazioni
sanitarie che, allo stesso tempo, sono motore di ulteriori perfezionamenti. In questo caso «integreremo e miglioreremo soluzioni già esistenti per renderle adeguate all'obiettivo - spiega
Bellazzi -. Procederemo alla realizzazione di kit di sensori indossabili e all'applicazione di exergame, oltre che alla costruzione di agenti conversazionali, capaci di dialogare con il
paziente. Creeremo anche una piattaforma di Intelligenza Artificiale per la profilazione del soggetto, vale a dire la raccolta dei dati che lo riguardano, inclusa l'aderenza al protocollo
riabilitativo, e l'invio dei Big Data raccolti». L'allestimento a domicilio, inoltre, avrà costi relativamente contenuti e all'attività fisica potranno essere affiancati compiti di tipo
cognitivo. La persona sarà affiancata dall'operatore umano, ma - dice Nardone - «l'obiettivo è andare oltre la telemedicina e creare un sistema che dia sempre più autonomia al paziente e che
interagisca senza il continuo intervento del medico. Se la sperimentazione sarà positiva, ci si potrà spostare su grandi cluster di pazienti, soprattutto cronici, che hanno bisogno di
esercizio fisico a domicilio. Gli usi della piattaforma sono infiniti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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