
Milano, incidente sulla tangenziale ovest: muoiono madre, padre e figlia. Gravissimi il fratello 16enne e la sorella di 10 anni - il fatto quotidiano
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Roma, 30 mag. (Adnkronos) - "Oggi è accaduta una cosa molto grave. Uno scambio riservato tra il sottosegretario Mantovano e il sottoscritto a proposito della mia scorta è stato passato
dal Governo ai giornali. Informazioni riservate sulla tutela delle personalità pubbliche vengono passate alle redazioni dal Governo che usa le veline per attaccare gli avversari. È una cosa
enorme ed il segno che la presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano scherzano col fuoco". Lo scrive Matteo Renzi sui social. "Si possono avere idee diverse in politica ma
piegare le Istituzioni per interessi di parte è sinceramente scandaloso. A questo punto sono costretto a pubblicare io stesso la lettera riservata che avevo inviato a Mantovano e Meloni
stamani. Siamo nelle mani di persone pericolose", aggiunge il leader di Iv postando su Facebook la lettera. "Signor Sottosegretario, faccio seguito ai colloqui telefonici di
novembre 2024 e alla sua nota di aprile 2025. Prendo atto che il Governo Meloni ha scelto di togliere al sottoscritto - e ad altri più autorevoli colleghi - la garanzia della tutela
dell’Aisi. Non è una scelta che sorprende visto che Ella mi aveva già informato del vostro intendimento con una telefonata il giorno 9 novembre e con successivi messaggi whatsapp. Ne ho
volutamente lasciato traccia nel mio libro 'L’Influencer' perché rimanga a futura memoria del suo (e vostro) stile di Governo, se così si può definire", si legge. "La
giustificazione che Ella utilizzò -si legge ancora nella lettera di Renzi pubblicata sui social- è semplicemente risibile: sostenere che la struttura Aisi abbia bisogno di ulteriore
personale, dopo l’incredibile aumento di spesa di questi anni, è ovviamente falso. Il fatto che Aisi continui a garantire il servizio di tutela ad altre personalità, a cominciare dalla
Presidente pro tempore, dimostra che non vi è alcuna ragione generale che giustifichi le modifiche annunciate. Liberiamoci dalle ipocrisie, signor Sottosegretario, e guardiamo alla verità
dei fatti. Ella ha deciso - assieme alla Presidente del Consiglio - di togliere al sottoscritto la tutela Aisi dopo che ho rivolto critiche al Governo". "Mai nei primi anni del
Governo vi siete preoccupati di modificare la composizione delle scorte. Lo avete fatto dopo che avete ricevuto critiche, molto dure peraltro. Trovo questa 'spiacevole coincidenza'
un gravissimo segnale di utilizzo proprietario ed arrogante delle Istituzioni e avverto la necessità che rimanga scritto, nero su bianco. Non è la prima volta che vi comportate così, sia
chiaro. Avete fatto una legge ad personam contro chi non la pensa come voi, intervenendo con un emendamento notturno sullo status dei dirigenti delle opposizioni come si fa nelle peggiori
democrature sudamericane. Avete passato a una redazione Rai le veline contro un magistrato sotto scorta che aveva chiesto il volo di stato, volo che evidentemente garantite a criminali come
Al Masri ma non ai servitori della Repubblica". "Avete utilizzato in modo non corretto avanzati strumenti di intercettazione al punto che l’azienda Paragon ha ritenuto di dovervi
chiedere la sospensione del servizio come da vostro imbarazzato comunicato stampa del 14 febbraio 2025. E richiesti di informazioni in sede parlamentare la Presidente del Consiglio ha detto
che non avrebbe risposto per non fare pubblicità al mio libro, dimostrando così – una volta di più – un disprezzo del Parlamento che fa rabbrividire. Avete utilizzato il Golden Power come
uno strumento per impedire a una Banca italiana che non amate di fare un’operazione di mercato facendo del Governo un giocatore in una partita in cui l’Esecutivo dovrebbe stare totalmente
fuori dal campo. Nemmeno arbitro: spettatore", scrive ancora Renzi nella lettera a Mantovano. "Ella, signor Sottosegretario, interpreta il suo ruolo di Autorità delegata ai servizi
-si legge nella lettera di Renzi a Mantovano- non in ragione di un supremo interesse pubblico ma come uomo di parte. Quando sono diventato Presidente del Consiglio, ormai 11 anni fa, la
Repubblica mi ha assegnato dei professionisti che in questi anni mi sono stati accanto con dedizione e competenza. Oggi la Repubblica Italiana decide che questi uomini non debbano più
garantirmi la tutela. E il sottosegretario affida la mia tutela al ministro dell’Interno. Comunico formalmente e inderogabilmente che non intendo accettare nessuna forma di tutela del
Viminale". "Se mi viene tolta la tutela Aisi perché il sottosegretario Mantovano ha inspiegabilmente bisogno di avere uomini in più nelle strutture di Palazzo Chigi, a maggior
ragione il Viminale ha bisogno di uomini in più per garantire la sicurezza. Serve più personale sulle strade, nelle stazioni, nelle periferie: non posso accettare che i cittadini abbiano
meno servizi perché personale della Polizia deve tutelare il sottoscritto. Avevo una scorta, mi viene tolta, farò senza". "La presente, a futura memoria, vale come esplicita
esenzione di responsabilità del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia nel caso in cui dal 1° gennaio 2026 dovesse accadere qualcosa alla mia persona. Il Viminale non avrà nessuna
responsabilità amministrativa da incidenti che potessero occorrermi, ferma restando la piena responsabilità politica di Giorgia Meloni e di Alfredo Mantovano sulla scelta di
'vendicarsi' su di me per aver espresso opinioni politiche critiche verso il Governo pro tempore. Mai nella storia italiana la Presidenza del Consiglio si era comportata così con i
predecessori. Non lo aveva fatto Berlusconi con Prodi, non lo aveva fatto Prodi con Berlusconi, non lo avevo fatto io, non lo aveva fatto Giuseppe Conte, non lo aveva fatto nessuno".