Meno reati, più detenuti in cella. La denuncia di antigone: “nelle carceri si sta senza respiro”

Meno reati, più detenuti in cella. La denuncia di antigone: “nelle carceri si sta senza respiro”


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Meno reati, ma più detenuti in carceri con un sovraffollamento reale medio pari al 133 per cento. Inclusi i minorili, per la prima volta per oltre metà zeppi di ragazzini ben oltre la


capacità di ospitarli. E in prospettiva, con le norme dettate dal nuovo decreto sicurezza, la situazione non potrà che peggiorare: con la protesta in carcere trasformata in reato, si


prospettano solo più e più anni di carcere per persone già detenute. Almeno 24mila, calcola L’ASSOCIAZIONE ANTIGONE, se dovessero rimanere costanti i trend del 2024. È una fotografia


drammatica delle condizioni di vita negli istituti di pena italiani quella che emerge DALL’ULTIMO RAPPORTO ANNUALE dell’associazione. Da leggere, invitano, “senza respiro”. Un’allusione


diretta alle parole del SOTTOSEGRETARIO DELMASTRO, che nell’affermare di provare “intima gioia” nel “non far respirare i detenuti” nei nuovi blindati, aveva fatto insorgere l’opposizione e


inorridire i più. “Chi usa toni militareschi o guerrafondai per orientare e gestire la vita carceraria commette un gravissimo atto di insubordinazione costituzionale”, tuona il giurista


PATRIZIO GONNELLA, PRESIDENTE DI ANTIGONE. UN DETENUTO SI UCCIDE A TERNI: È SEMPRE PIÙ EMERGENZA AFFOLLAMENTO E SUICIDI IN CARCERE a cura della redazione Cronaca nazionale 02 Maggio 2025


SOVRAFFOLLAMENTO MEDIO DEL 133 PER CENTO In un anno, RAPPRESENTANTI E DELEGATI DELL’ASSOCIAZIONE HANNO FATTO ISPEZIONI IN 95 ISTITUTI DI PENA IN TUTTA ITALIA, DA BOLZANO A AGRIGENTO. E


ovunque hanno riscontrato criticità. “Corpi ammassati in celle chiuse, spazi inadeguati, tensione alle stelle, sofferenza generalizzata, condizioni igieniche e sanitarie inaccettabili,


educatori stanchi, poliziotti in difficoltà, direttori provati, medici preoccupati, volontari a malapena tollerati. Il sistema penitenziario – tuonano da Antigone - deve tornare a respirare,


altrimenti rischia una pericolosissima implosione”. DELLE 189 CARCERI ITALIANE QUELLE NON SOVRAFFOLLATE SONO ORMAI SOLO 36, MENTRE QUELLE CON UN TASSO DI AFFOLLAMENTO UGUALE O SUPERIORE AL


150% SONO ORMAI 58, con San Vittore che si conferma per l’ennesimo anno sul podio delle peggiori. Persino i nuovi 16 moduli prefabbricati, costati 26 milioni di euro e destinati a nove


istituti penitenziari distribuiti su tutta la penisola, con appena cinque metri quadri per persona nascono già sovraffollati. “CARO NORDIO, NELLE CARCERI SI MUORE. ORA LIBERAZIONE


ANTICIPATA”. LETTERA DI ALEMANNO DA REBIBBIA di Conchita Sannino 02 Maggio 2025 CALANO I REATI, AUMENTANO I DETENUTI I detenuti invece non fanno che aumentare. NONOSTANTE I REATI SIANO IN


CALO –2,4 PER CENTO IN MENO RISPETTO AL 2019, 1,15% RISPETTO AL PRIMO SEMESTRE DEL 2023 – OGNI DUE MESI, CALCOLA ANTIGONE, LE PERSONE DETENUTE AUMENTANO “DELL'EQUIVALENTE DI UN NUOVO


CARCERE, un dato esorbitante per poter pensare di rispondere con una qualunque strategia di edilizia penitenziaria”. Paradosso, le celle sono piene di gente che lì non ci potrebbe o dovrebbe


stare. Su 62.445 detenuti, 8mila hanno meno di un anno di cella ancora da scontare, altri 15mila meno di tre. “Delle 46.232 persone in carcere con una condanna definitiva – calcolano da


Antigone - la maggior parte (51,2%), aveva meno di tre anni da scontare”. Fatta eccezione per i condannati per gravi reati, tutti potrebbero accedere a misure alternative, al pari dei tanti


che finiscono dentro con condanne inferiori a un anno. Alla fine del 2024 erano 1.373 erano il 3,3% dei detenuti condanna definitiva – calcolano dall’associazione – un numero apparentemente


piccolo ma che rappresenta una “grave disfunzione”. PER LO PIÙ, SPIEGANO, SI TRATTA DI “SOGGETTI PARTICOLARMENTE FRAGILI, SPESSO PRIVI DI DIFESA TECNICA E PLURIRECIDIVI, TOSSICODIPENDENTI


CHE COMMETTONO PICCOLI REATI PER I QUALI NESSUN’ALTRO ENTREREBBE IN CARCERE”. Altri 7.988, il 17,2% dei definitivi, a fine 2021 erano in cella per eseguire una condanna superiore ad un anno


ma inferiore a tre. “Anche in questo caso siamo di fronte ad una soglia di pena per la quale chi ha adeguati strumenti di difesa non finirebbe in carcere”. Un problema che accomuna


soprattutto la popolazione detenuta straniera tanto fra gli adulti, come fra i minori. TRA I MINORI NON C’È EMERGENZA CRIMINALITÀ, MA GLI IPM SCOPPIANO ANCHE I MINORI NEGLI IPM SONO “SENZA


RESPIRO”. Ed è situazione inedita. Da quando il decreto Caivano è stato introdotto, gli Istituti penali minorili si sono riempiti, eppure anche in questo caso, osservano da Antigone, LE


SEGNALAZIONI DI REATO NON SONO AUMENTATE, MA DIMINUITE DEL 4,15% RISPETTO AL 2022. “Il governo indica con preoccupazione l’aumento di alcuni reati violenti che giustificherebbe la stretta


repressiva. A ben guardare tuttavia vengono indicate le lesioni dolose, che aumentano di meno di due punti percentuali, le rapine, che passano da 3.175 a 3.419 ovvero 244 in più in un anno,


e le violenze sessuali, 24 casi in più. Numeri – osservano da Antigone - che non segnano un inequivocabile allarme ma che potrebbero essere frutto della fisiologica oscillazione che sempre


si riscontra nei fenomeni criminali”. SOVRAFFOLLATI 9 MINORILI SU 17 Ma i minorili sono zeppi di adolescenti. In soli due anni quelli rinchiusi sopo passati da 381 a 611, fra cui 27 ragazze.


E se il decreto Caivano non avesse accelerato il trasferimento dei neodiciottenni nelle carceri per adulti, “CON LA CONSEGUENZA DI INTERROMPERE BRUSCAMENTE IL PERCORSO EDUCATIVO DEL RAGAZZO


E DI AFFATICARNE ENORMEMENTE IL RECUPERO”, IL DATO SAREBBE ANCOR PIÙ SPAVENTOSO. Nove Ipm su 17 soffrono di sovraffollamento, a Treviso si sfiora il doppio delle presenze rispetto ai posti


disponibili, il BECCARIA DI MILANO E L’IPM DI QUARTUCCIU a Cagliari hanno un tasso di affollamento del 150%, Firenze supera il 147%. E ovunque, affermano da Antigone, si registra abuso di


psicofarmaci. NEL 2024 LA SPESA PRO-CAPITE PER BENZODIAZEPINE E ANTIPSICOTICI È VERTIGINOSAMENTE AUMENTATA: a Torino del 64 per cento rispetto al 2022, a Nisida del 352 per cento in tre


anni, a Pontremoli di oltre il 1.000 per cento a Roma del 71 per cento. DONNE OBBLIGATE ALL’INATTIVITÀ Residuale e sostanzialmente stabile è la percentuale di donne detenute: 2.703, pari al


4,3% della popolazione carceraria. Con tre sole carceri esclusivamente femminili - Rebibbia a Roma (375 presenze per 272 posti), la Giudecca a Venezia (102 presenze per 112 posti) e Trani


(34 presenze per 32 posti) – l’80 per cento finisce in sezioni femminili all’interno di istituti a prevalenza maschile. NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, COMPORTA L’ASSENZA TOTALE DI QUALSIASI


ATTIVITÀ ORGANIZZATA. UNDICI BAMBINI DIETRO LE SBARRE Al 30 APRILE ERANO 11 I BAMBINI CHE VIVEVANO IN CARCERE CON LE LORO 11 MADRI DETENUTE - DI CUI 9 STRANIERE - un numero che in passato è


stato di molto superiore, ma – avvertono da Antigone – IL NUOVO DECRETO SICUREZZA HA “CANCELLATO L’OBBLIGO DEL RINVIO DELL’ESECUZIONE DELLA PENA PER DONNE INCINTE O CON PROLE INFERIORE A UN


ANNO DI ETÀ, che da oggi potranno dunque entrare in carcere aumentando il numero di bambini dietro le sbarre”. In più, si introduce inoltre per la prima volta la possibilità che i figli


vengano sottratti alla madre in caso di trasferimento punitivo da un Icam (Istituto a custodia attenuata per le madri) a un carcere ordinario. TRE PROPOSTE PER FAR RESPIRARE LE CARCERI Le


carceri, spiegano da Antigone, potrebbero “tornare a respirare”. E BASTEREBBE POCO: UN ATTO GENERALE DI CLEMENZA PER I POCO PIÙ DI 17.000 I DETENUTI CHE DEVONO SCONTARE UN RESIDUO PENA


INFERIORE AI DUE ANNI. I consigli di disciplina in ciascun istituto – suggeriscono - potrebbero riunirsi in forma straordinaria e sollecitare provvedimenti collettivi di grazia e di


concessione di misure alternative per tutti coloro che hanno da scontare meno di due anni”. E auspicabile sarebbe “prevedere un divieto di carcerazione, salvo casi eccezionali, se non c’è un


posto regolamentare in carcere”. GONNELLA: “DECOSTRUIRE IL DECRETO SICUREZZA” La direzione però sembra tutt’altra, inclusa – sottolineano – una PROGRESSIVA TENDENZA ALLA PRIVATIZZAZIONE


DELLA DETENZIONE, COME SEMBRA SI STIA SPERIMENTANDO CON LE COMUNITÀ PER MINORI CON DIPENDENZE. “Di fronte a tutto questo dobbiamo costruire una grande alleanza di tutti coloro che intendano


muoversi nel solco dell'articolo 27 della Costituzione, a partire dalle Università, dalle associazioni, dal mondo delle professioni e dai sindacati. Il carcere non va trasformato in una


trincea di guerra” è l’invito di PATRIZIO GONNELLA, che promette “ANTIGONE SARÀ IMPEGNATA A DAR VITA A UNA GRANDE ALLEANZA COSTITUZIONALE, NEL NOME DELLA QUALE VA DEL TUTTO DECOSTRUITO IL


DECRETO LEGGE SICUREZZA con il suo intento di annichilire i detenuti, trasformandoli in numeri che devono solo obbedire, come nella peggiore tradizione politica italiana di regime”.