
Intervista al padre di ilaria sula: “mi è rimasto suo fratello gli ripeto: no vuol dire no”
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Non è un dolore che si attenua, anche se passano i giorni, le settimane, ti soffoca e non ti lascia scampo». Come Martina, la figlia Ilaria — «la mia bambina» la chiama ancora — è stata
uccisa dall’ex fidanzato incapace di accettare che la storia fra loro fosse finita. E anche lui, nei giorni di angoscia in cui temeva il peggio, ma provava a sperare che si fosse solo
allontanata per un po’, ha avuto accanto l’assassino della figlia. La voce di Flamur Sula, il padre di Ilaria, la studentessa di 22 anni uccisa a Roma tra il 25 e il 26 marzo dall’ex
fidanzato Mark Samson e ritrovata abbandonata in un dirupo quasi una settimana dopo, è ancora impastata di rabbia e dolore. «Più passano i giorni, più sento la mancanza di Ilaria. È una
sofferenza che non si può spiegare, che non si può cancellare. Il 20 maggio sarebbe stato il suo compleanno, per noi è stato come un nuovo funerale. Lei 23 anni non potrà farli mai». PER
L’ENNESIMA VOLTA UNA RAGAZZINA È STATA UCCISA DALL’EX PARTNER. CHE EFFETTO VI HA FATTO QUANDO LO AVETE SAPUTO? «Da quando Ilaria è stata uccisa a stento accendo la tv, non leggo i giornali.
Mi interessa poco quello che succede. Ma quando ho saputo quello che è successo a Napoli mi sono sentito male. È stato come rivivere tutto ancora una volta. Con quale diritto si uccide una
ragazza come mia figlia o come Martina?». ANCHE L’EX RAGAZZO DI MARTINA HA PARTECIPATO ALLE RICERCHE, SIMULANDO PREOCCUPAZIONE. «Mi fa venire i brividi questa cosa. Non riesco a capire come
si possa avere tanta freddezza, tanta ferocia, come facciano a essere così bravi a mentire. Le ragazze vengono uccise per un nonnulla e succede di continuo». A SUO PARERE SI POTREBBE FARE
QUALCOSA? «Il governo deve fare qualcosa, prendere provvedimenti forti. Non so cosa leggano o studino questi ragazzi, ma evidentemente c’è qualcosa che non va, qualcosa che manca. Noi
pensavamo solo a lavorare, a costruirci una vita. Oggi c’è solo da avere paura». NE AVEVA MAI AVUTA PER ILARIA? «Mai perché conoscevo mia figlia, mi fidavo di lei. Era una ragazza con la
testa sulle spalle, che mai si sarebbe fatta mettere i piedi in testa. Per questo voglio capire davvero cosa sia successo». HA ANCHE UN FIGLIO MASCHIO, APPENA DICIOTTENNE. PER LUI HA PAURA?
«Certo che ne ho, a volte. Ma io con mio figlio ci parlo continuamente, gli ripeto che se ha una ragazza me lo deve dire, che “no” significa “no”, che se mai dovesse essere lasciato, deve
accettarlo e basta. Noi ci siamo passati, ci stiamo passando in mezzo a tutto questo, è un incubo che non auguro a nessuno». C’È QUALCOSA CHE VORREBBE DIRE ALLA FAMIGLIA DI MARTINA? «Mi
dispiace davvero tanto, posso dire solo questo. Capisco il loro dolore, è una cosa che non passa. Mia moglie è distrutta, non sono neanche certo che per noi possa mai esistere ancora una
normalità. La nostra vita, le nostre giornate ruotano attorno a quello che è il nostro unico percorso quotidiano: da casa al cimitero. Null’altro». L’IDEA DI AVERE GIUSTIZIA LE DÀ IN QUALCHE
MODO CONFORTO? «Non avrò pace fin quando lui non sarà in carcere per sempre. Ancora non mi capacito, non riesco a capire come sia arrivato a farle una cosa del genere. Fino all’ultimo
respiro cercherò di avere giustizia per Ilaria. Non rinuncerò mai». SI PUÒ ARRIVARE A PERDONARE? «Non può esistere perdono per persone in grado di fare cose del genere. Quello che è successo
a Ilaria come alla ragazzina di Napoli non è un incidente stradale, una disgrazia. Sono state uccise volontariamente. A un certo qualcuno ha deciso che un’altra persona non ha più il
diritto di vivere. Questo non può e non deve essere accettabile».