Telmo pievani: “dobbiamo confidare nell’inventiva delle prossime generazioni”

Telmo pievani: “dobbiamo confidare nell’inventiva delle prossime generazioni”


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Filosofo della scienza, studioso dell’evoluzione, autore del recente saggio _Dove comincia l’uomo_ (Solferino), Telmo Pievani sarà a Bologna con una lectio dal titolo _Il futuro


dell’ambiente_. QUEST’ANNO IL TEMA DI REPUBBLICA DELLE IDEE METTE INSIEME PRESENTE E FUTURO. IN QUESTA EQUAZIONE CHE POSTO HA LA CRISI AMBIENTALE? «La nostra attenzione ora si concentra sui


conflitti in corso e il tema della crisi ambientale è passato un po’ in secondo piano. Ma il tempo non si ferma, i dati sono estremamente negativi e ci dicono che nel 2030, quando i ragazzi


che ora entrano all’università saranno laureati, il mondo sarà con ogni probabilità più caldo di 2 gradi. Il che vuol dire che vivremo in un mondo diverso. Non lo dico in senso apocalittico,


catastrofico. Però dovranno adattarsi. E, siccome questo adattamento sarà difficile e sarà anche costoso, si tratta di una grande ingiustizia». TORNA REPIDEE, IL FESTIVAL DI REPUBBLICA DAL


13 AL 15 GIUGNO 26 Maggio 2025 STIAMO OFFRENDO AI PIÙ GIOVANI UN FUTURO INGIUSTO? «Stiamo trasferendo ai ragazzi un debito ambientale. La questione è di tipo sociale, l’aveva capito bene


Papa Francesco: la sua_ Laudato si’ _è stata letta come enciclica ecologica, ma in realtà è un’enciclica sociale, che riguarda il pianeta. Secondo il Climate Change Network, che non è una


rivista di militanza ambientalista ma una voce scientifica, nei prossimi anni, da qui alla metà del secolo, fatto 100 il costo del cambiamento climatico, più del 90 per cento di quel costo


lo pagherà la metà più povera della terra. È chiaro che un’ingiustizia di questo tipo genera conflitti, insicurezza e migrazioni». IL MONDO REPUBBLICA IN PIAZZA. 50 ANNI INSIEME DA


FESTEGGIARE TUTTO L’ANNO, IN TUTTA ITALIA 09 Aprile 2025 QUINDI LA LENTE DEL CLIMA CI SERVE PER LEGGERE LE MIGRAZIONI? «Sorrido quando i politici ne parlano come di un “ fenomeno


strutturale”. Chi si muoverà nei prossimi anni saranno i migranti forzati, cioè coloro che non scelgono di andarsene, ma obbligati a farlo da condizioni climatiche avverse e catastrofi


ambientali. Non tenerne conto è una grandissima ipocrisia, aggravata dal clima di post verità della presidenza Trump, che ha ad esempio vietato di diffondere i dati relativi al climate


change negli Stati Uniti ». COSA CI RESTA DA FARE? «Bisogna essere onesti, cercare di ridurre il danno per non farci troppo male. E sperare nell’inventiva umana, quella delle giovani


generazioni».